Nato a Torino il 15 Febbraio del 1927, morto a Gallarate, in provincia di Milano, nel 2012, 85 anni dopo, il cardinale Carlo Maria Martini rappresenta una delle figure simbolo della Chiesa Cattolica degli ultimi anni.

Dalla biografia Cardinale Martini è torinese di nascita ed inizia la sua formazione spirituale nella Compagnia di Gesù presso la casa religiosa dei gesuiti di Cuneo. All’età di 25 anni riceve l’ordine sacro a Chieri (in provincia di Torino) nella Chiesa di Sant’Antonio dal cardinale Maurilio Fossati. Poi il ritorno a Roma per proseguire gli studi teologici, non a caso Carlo Maria Martini è indicato come uno dei più importanti biblisti d’Italia, un intenso cammino spirituale che lo porta alla nomina di arcivescovo di Milano dall’allora papa Giovanni Paolo II.

Sarà durante l’arcivescovato di Milano che il cardinale Martini completerà la sua formazione di “profeta” in quelli che lo stesso cardinale torinese indicherà come « La (sua) più grande gioia? I ventidue anni di episcopato a Milano. » Profeta si, e così lo acclama Marco Garzonio nella sua biografia del Cardinale Martini Il profeta. Vita di Carlo Maria Martini” edito da Mondadori;  un “profeta”, un vero uomo di Chiesa amato da credenti e non, un punto di riferimento per oltre vent’anni di una città e di un popolo che viveva giornalmente i problemi degli anni Ottanta, anni di lotta, di cambiamenti, anni di terrorismo.

Dialogo, comprensione, misericordia, questi gli strumenti per superare gli “anni di piombo”, in una continua ricerca del confronto costruttivo e del dialogo con gli Altri (terroristi, laici, ebrei). Il cardinale Carlo Maria Martini è stato amato da tutti proprio per questa sua innata capacità al confronto e al dialogo sulle esigenze e i problemi della vita quotidiana, non solo religione, ma anche i temi delicati del lavoro, la giustizia, la solidarietà, la tolleranza.

La sua scomparsa ha tenuto per giorni e giorni le prime pagine dei quotidiani e le aperture dei diversi telegiornali. Il tributo di oltre 200.000 persone, credenti e non, che durante la camera ardente allestita nel Duomo, hanno sfilato davanti alla sua salma è la riprova dell’affetto e della stima dei fedeli, che hanno voluto così salutare per un’ultima volta il grande profeta della città di Milano.